Clubhouse, il social dei vocali: l’opinione dei protagonisti

Clubhouse (Photo Edwin Leong 2012, with added text SAM)
Clubhouse come una House Boat (Ph. E. Leong 2012, text add SAM)

Clubhouse, il social network di chat vocali, coniuga in modo inedito l’urgenza comunicativa delle persone al bisogno di ricevere stimoli, in un periodo storico nel quale queste esigenze sociali naturali vengono frustrate dalle imposizioni per la tutela della salute. In Italia ha scatenato immediatamente un vivace interesse, gli utenti crescono esponenzialmente. Se agli italiani piace chiacchierare questo è lo spazio virtuale libero adatto. 

I fondatori definiscono Clubhouse il social delle persone. La facilità espressiva del parlato lo rende accessibile a tutti, prediletto da artisti, divulgatori, personaggi legati al mondo dello spettacolo. Visioni diverse del mondo si incontrano e talvolta si scontrano, trasposizione della società. La ricerca della compagnia di voci amiche trascina il traffico di utenti da una stanza all’altra, quale specialistica, quale d’intrattenimento. Apprezzo molto Clubhouse, da ascoltatrice, partecipante e moderatrice, il ruolo che all’interno della comunità regola la stessa, ne detta i tempi e le tematiche, intercetta i disturbatori, custodisce i luoghi, ma ho anche la consapevolezza di subirne una certa dipendenza. Che fai, non passi un attimo a salutare gli amici al bar, anche se sai che probabilmente ti fermerai per ore?

Vi racconto una storia. Mio papà aveva un sogno, infantile e sentimentale, di quelli folli che aiutano a vivere meglio. Diceva sempre di voler andare a vivere su una House Boat, una casa galleggiante sull’acqua. La gestione della famiglia, del lavoro, della casa a volte lo stancavano esageratamente. Infatti amava la pesca con la mosca nei fiumi, un passatempo che gli permetteva di pensare, solitario e silenzioso, mentre faceva volare a pelo d’acqua la riproduzione fedele di una libellula. Le trote saltavano per catturarla e venivano prese all’amo. A fine mattina rivoltava il suo cesto di vimini liberando i pesci. Papà, Eduard A. Safarik, che abbiamo perso qualche anno fa (vedi), era un sognatore. Mi rappresento Clubhouse come la House Boat dell’immagine di copertina, dove pescatori gentili s’incontrano per chiacchierare.

L’applicazione, disponibile solo su dispositivi iOS e su invito di altri utenti, tramite funzioni estremamente semplificate, ti fa entrare subito nel vivo. Una volta creato il profilo, con un’unica foto e una breve biografia, connessa ad Instagram e Twitter, si cominciano a seguire amici e persone popolari nella Community. Nella timeline scorrono le room in base a topic, moderatori e partecipanti. Le stanze sono divise verticalmente in tre comparti: creatori moderatori oratori, amici di chi è sul palco, ascoltatori. On stage ci sono dunque gli speaker, sotto i followers e infine l’audience. Il formato serve a gestire la room solo a fini pratici, chiunque può passare tra questi piani chiedendo parola. Chiunque può creare un Club, macrogruppo che unisce room tematiche. Le icone interattive sono appunto la mano alzata della prenotazione ad intervenire, il microfono da aprire per parlare e chiudere per ‘mutarsi’, la manina per abbandonare la stanza senza disturbare.

Il moderatore su Clubhouse è come il custode nei musei, che si occupa dei visitatori e delle opere d’arte: mantiene tutto e tutti al sicuro, è una guida del luogo, condivide con chi lo desidera le proprie storie. Le persone hanno bisogno più che mai di guide affidabili, di non essere lasciate indietro durante un percorso. La parola chiave del personaggio di Clubhouse è coinvolgere, mentre del moderatore di Clubhouse è inclusività. Il protagonista di Clubhouse è sia coinvolgente che inclusivo, si distingue dalla massa di utenti, è empatico, propone argomenti, alza o modera i toni, valorizza la propria riconoscibilità, si fa ricordare.

Ho chiesto a tre protagonisti qual è il loro sentiment su Clubhouse.

Andrea Graffagnini ha risposto ad alcune domande

Andrea Graffagnini nella foto profilo di Clubhouse (AG)
Andrea Graffagnini nella foto profilo di Clubhouse (AG)

Ti va di presentarti come faresti su Clubhouse?
Ciao, sono Andrea Graffagnini, palermitano trentasettenne trapiantato a Milano dal 2010.

Come sei arrivato su Clubhouse?
Sono arrivato a Clubhouse perché incuriosito da alcuni post su Facebook di un amico, il giornalista ed ex del ‘Grande Fratello’, Andrea Spadoni.

Cosa ne pensi di Clubhouse?
Credo che Clubhouse sia un social network fuori dagli schemi standard, è innegabile che l’empatia che si crea attraverso la voce non è comparabile ad un tweet o ad un post su Facebook o ad una storia video preparata ad hoc su Instagram. Detto ciò, trovo che in questo periodo storico che stiamo vivendo, ovvero una Pandemia Mondiale che costringe la maggior parte della popolazione in una condizione di “cattività” possa aiutare tanta gente a sentirsi meno sola, a instaurare nuove conoscenze in ambito personale e perché no anche nuove connessioni di tipo lavorativo.

Hai creato il ClubQuelli che ben pensano”, nato dalla voglia di far partecipare alla discussione chiunque lo desideri con un proprio pensiero positivo nel difficile periodo della Pandemia Mondiale, come sta andando?
Quelli che ben pensano” è un’idea che ho sviluppato dopo la prima settimana su Clubhouse, il nome della room, che poi è diventata club, viene dalla famosissima canzone che amo di Frankie Hi-NRG, nasce dalla voglia di trasmettere un po’ di positività all’interno della comunità Italiana, ho sempre pensato che pensare positivo attirava energie positive… eh sì, funziona, la gente entra sempre ben volentieri nelle mie room, nell’ultima settimana soprattutto in “Consigli per chi è single durante una Pandemia Mondiale” dove affrontiamo in leggerezza dibattiti sull’amore e le relazioni a distanza in questo periodo infelice. Con l’occasione ci tengo a ringraziare Andrea Iannone, Niccolò Torrielli e Squalo di ‘Radio 105’ che mi stanno aiutando e si stanno divertendo insieme a me a portare avanti questo piccolo progetto. [NdA: Per maggiore inclusività il titolo della room è oggi “Amore e Sesso ai tempi del Covid-19“]

Cosa è il ‘Bagno di Mezzanotte‘?
Posso non risponderti? Il ‘Bagno di Mezzanotte‘ è nato in una room da me creata, in un momento di “down” ho proposto a tutti i presenti di cambiare per cinque minuti la foto profilo di Clubhouse scegliendone una al mare in costume così da visualizzarci in un momento di spensieratezza in clima estivo e ho riportato in un attimo un clima davvero molto bello. [NdA: Partecipare a questo esperimento sociale è un’esperienza coinvolgente]

Tra i più discussi personaggi di Clubhouse ci sono i cosiddetti Guru, quelli che “ti insegnano a vivere”, qual è la tua opinione?
I Guru per antonomasia non mi sono mai piaciuti, CH purtroppo è il luogo adatto a loro, trovano un terreno fertile dove adescare nuovi adepti, ecco, questo è un tema delicato, ed è una delle cose che meno mi piacciono di Clubhouse.

Quale pensi sia il ruolo del moderatore su Clubhouse?
Il ruolo di moderatore è necessario affinché una buona room possa scorrere nel rispetto di tutti e senza che ci si accavalli negli interventi, detto ciò, voglio precisare che non vengo retribuito da qualcuno per ottemperare a questo ruolo… magari in futuro potrà essere anche possibile che un’azienda possa proporre una retribuzione ad alcuni moderatori per promuovere determinati prodotti. Un altro aspetto che voglio far notare è che alcuni moderatori a mio avviso si stanno prendendo troppo sul serio, io cerco di essere quanto più inclusivo possibile, se notate stanze in cui i moderatori sono altamente egocentrati il mio personalissimo consiglio è quello di “cambiare canale”.

Quali caratteristiche ha la tua room ideale su Clubhouse?
Nella mia room ideale non si parla di lavoro e soprattutto non si insegna nulla a nessuno, Clubhouse è un luogo di confronto dove vedo di buon occhio contraddittori sani tra persone di vedute differenti.

Le room che gestisci sono spesso nei trend topic sulla piattaforma, come ti vengono le idee per gli argomenti da trattare?
Prediligo l’estemporaneità, generalmente non penso mai molto tempo prima ad un argomento da proporre, preferisco farmi guidare dal flusso…

Grazie per il tuo contributo (come si dice su CH), c’è qualcosa che vuoi aggiungere?Si, assolutamente, se vi va iscrivetevi su Clubhouse e seguite il mio club, “Quelli che ben pensano”, vi accoglierò a braccia aperte e cercherò di introdurvi in questo nuovo fantastico social.

Andrea Spadoni ha risposto ad alcune domande

Andrea Spadoni nella foto profilo di Clubhouse (AS)
Andrea Spadoni nella foto profilo di Clubhouse (AS)

Sei stato citato da Andrea Graffagnini, come amico che lo ha invitato ad iscriversi al social, vuoi presentarcelo come faresti su Clubhouse?
Benvenuto ad Andrea Graffagnini, un amico che conosco da oltre dieci anni per motivi di lavoro e di rapporti personali. Io e Andrea ci siamo conosciuti a Milano ed è un ragazzo in gamba che ho visto crescere nel suo lavoro grazie a intraprendenza e alla capacità di mantenere rapporti chiari e onesti, nel tempo. Contento di averlo ritrovato qua su Clubhouse, credo che per molti che non lo conoscono possa essere una buona opportunità, essendo l’esempio di un ragazzo che è riuscito a raggiungere importanti obiettivi.

Adesso ti va di presentare te stesso come faresti su Clubhouse? 
È appena entrato nella room Andrea Spadoni, me stesso. Vi devo confessare una cosa: dicono che sia un uomo, d’altronde questo riporta anche la Carta d’Identità, in realtà io penso sia ancora un ragazzino, un po’ ingenuo e ancora curioso del mondo. Beh, perdesse qualche chilo lo confondereste anche voi. 

Come sei arrivato su Clubhouse?
Sono arrivato su Clubhouse perché ho letto un pezzo su Wired e mi sono incuriosito. Subito ho scaricato l’applicazione e mi sono messo in lista di attesa. Qualche giorno dopo la mia amica Maurizia Cacciatori, una grande campionessa della storia dello sport italiano, mi ha dato accesso tramite invito. Insomma, è colpa sua.

Cosa ne pensi di Clubhouse?
Penso sia una piattaforma straordinaria che ribalta le gerarchie verticali che siamo abituati a conoscere sui social network ormai più antichi: Facebook e Instagram in particolare. Apre, tra l’altro, molte più possibilità creative e modalità di espressione. Potendo utilizzare solo la voce e non l’immagine sembra paradossale, invece ci vedo maggiori spazi per costruire contenuti collettivi. Qui sta la differenza: su Instagram, TikTok, Facebook sei solo di fronte all’obiettivo della camera e gli altri possono solo fruire del tuo contenuto, su Clubhouse, tutto si può condividere in diretta. C’è da vedere come (e se) vincerà la sfida rivoluzionaria che si è imposto al suo arrivo prima in Usa e poi in Italia, nel medio e nel lungo periodo.

Perché ti senti di consigliare Clubhouse e a chi? 
Collaborando con alcuni politici per lavoro, l’ho consigliato a tutti. Per quel tipo di attività lo ritengo uno strumento potenzialmente prezioso per farsi conoscere meglio e allargare il network.

Su Clubhouse moderi spesso confronti su temi controversi con la partecipazione di personaggi pubblici, come riesci a gestirli affinché il dibattito rispetti la pluralità dei punti di vista? 
Per me il ruolo del moderatore è solo un ruolo di servizio. La tua idea non deve prevalere e non deve essere importante, ciò che ritengo importante è aprire le porte a un dibattito veramente collettivo, offrendo la possibilità a tutti di parlare e non solo ai personaggi pubblici. Questo è un errore molto diffuso in altre room che penso azzeri tutto il fascino che ha Clubhouse. 

La popolarità di Clubhouse è esplosa durante la Pandemia Mondiale di Covid-19, secondo te perché?
È ovvio che le persone oggi vivano una vita molto più casalinga e meno dinamica, questo è un dato non opinabile ed è sicuramente uno dei motivi del successo di Clubhouse, ma penso sia anche una combinazione temporale. L’audio, la voce, era l’unica nostra forma di espressione che ancora non veniva valorizzata dalle piattaforme digitali. Dopo la diffusione dei podcast era giunto il momento di un social della voce. 

Grazie per il tuo contributo (come si dice su CH), c’è qualcosa che vuoi aggiungere?Aggiungo che in un mese e mezzo di esperienza su Clubhouse, oltre ad aver ritrovato amici che non vedevo e con i quali non parlavo da tempo come Andrea Graffagnini, ho conosciuto anche molte altre persone piacevoli che oggi fanno parte del mio quotidiano. Mi sembra già un risultato da non mettere in secondo piano.

Evelina Helèna Novelli ha risposto ad alcune domande

Evelina Helèna Novelli nella foto profilo di Clubhouse (EHN)
Evelina Helèna Novelli nella foto profilo di Clubhouse (EHN)

Ti va di presentarti come faresti su Clubhouse? 
Ciao a tutti! Mi chiamo Evelina e sono in una delle mille fasi della mia vita, tra sogni e contraddizioni… Ho studiato economia e finanza ma la mia passione è sempre stata il marketing, ho lavorato in tv ma non ho mai amato essere al centro dell’attenzione, ho scritto per testate calcistiche ma amo essere sempre femminile, ho deciso di esporre la mia vita sui social ma per me la privacy è tutto. Oggi lavoro per lo più dietro le quinte della comunicazione e spendo tutte le mie energie ristrutturando la casa nuova ed in generale la mia vita. 

Come sei arrivata su Clubhouse
Vuoi la verità?! Sono arrivata in veste puramente professionale, inviata in esplorazione da parte di alcuni clienti che volevano approdare sulla piattaforma. E poi è stata questione di attimi e parole… in poco tempo il mio focus si è spostato su una dimensione privata, dove ogni sera ritrovo persone a cui mi legano tante room e tante risate. Di quelle che nella vita reale oggi si fa fatica a fare.

Cosa ne pensi di Clubhouse? 
Penso che sia uno strumento con un potenziale enorme, che permette a persone che mai nella vita si sarebbero incontrate di passare ore e ore a conversare di attualità, di problemi e di amore. É un social che regala la parola a chi la voce non ha mai modo di farla sentire… Come nel mio lavoro.

Fai un lavoro definibile “di nuova generazione”, puoi raccontarlo a chi non lo conoscesse e magari fosse un po’ scettico? 
Io lavoro come Digital Content Creator raccontando storie, emozioni e prodotti con le sole immagini. La maggior parte della gente mi chiama Influencer ma in realtà la differenza è sostanziale (quanto, ahimè, sconosciuta ai più): mentre un Influencer si limita a ricevere un brief dai clienti in cui le viene spiegato nel dettaglio come costruire un contenuto, il Content Creator crea invece un vero e proprio progetto in cui propone all’azienda come presentare al meglio un prodotto o un servizio. E’ un lavoro che richiede creatività, preparazione e una certa dose di ambizione. Da qualche anno poi a questo ruolo ho affiancato anche quello di Social Media Manager e Strategist, ho dunque il compito di curare le pagine social e le campagne online delle aziende. Alla base di tutto c’è quello che per me è il motore del mondo, il marketing: cambia e si reinventa, ma non morirà mai.

In che modo Clubhouse può interessare alle aziende con cui collabori? 
Credo che oggi più che mai la gente non voglia sentirsi dire cosa dovrebbe desiderare, ma voglia provare un’emozione. Su Clubhouse dove in ogni room nascono e crescono giorno per giorno emozioni di ogni genere, l’associazione di uno stato d’animo ad un prodotto potrebbe essere la chiave di volta per un branding vincente.

Dal punto di vista femminile cosa c’è di buono e cosa manca su Clubhouse? 
Ti dirò la verità, penso che Clubhouse sia lo specchio della società e che, come nella vita vera, anche tra le room serpeggi un atteggiamento che tende a riconosce al maschio un ruolo dominante. Sono ancora poche le donne che si mettono in gioco creando room, moderando o anche solo apportando idee. La maggior parte di loro segue i format creati dai maschi per i maschi, divenendo oggetto e non soggetto di un contesto nuovo e dal potenziale incredibile. Per contro devo però dire che le poche donne che si mettono in gioco lo fanno fino in fondo apportando alle room dei tagli divertenti e mai banali, che riescono a coinvolgere il pubblico e a fidelizzarlo nel tempo.

Qual è la tua analisi della sinergia tra Clubhouse e Instagram, in cui il primo rimanda al secondo per immagini e messaggistica? 
Ritengo siano due meccanismi dello stesso orologio, se sai farli funzionare di pari passo non sarai mai fuori tempo: in una foto ti mostro come sono mentre in una room quello che sono. 

Hai detto in una room, in cui ci trovavamo insieme come moderatrici, che ci vorrebbe la funzione sondaggio, cosa intendevi? 
Trovo che sarebbe bello se venissero implementate alcune nuove funzioni per coinvolgere il pubblico di una room ed aumentarne l’interazione. Penso per esempio alla possibilità di aprire sondaggi live per discutere poi tutti insieme dei risultati, che è alla fine un po’ quello che si fa ogni sera in veste di moderatori: si fanno domande e si chiedono pareri, ottenendo spesso risposte a dir poco sorprendenti! 

Quali argomenti ti attirano e ti fanno “saltare in una room”? 
Più che gli argomenti ad attirarmi sono le persone. Lo spirito della community su questo social è più forte che in ogni altro posto e c’è una grande fedeltà verso le room e le persone che ogni giorno ci fanno compagnia e ci ascoltano. 

Grazie per il tuo contributo (come si dice su CH), c’è qualcosa che vuoi aggiungere? Grazie a te per avermi dato modo di dare un mio parere sul social più chiacchierato – e chiacchierante – del momento. Aggiungo che consiglio a tutti voi lettori di scaricare Clubhouse e vi auguro di incontrare persone speciali come quelle che sono entrate nella mia room e, giorno dopo giorno, nella mia vita.

Ringrazio Evelina Helèna Novelli, Andrea GraffagniniAndrea Spadoni per aver accettato di rispondere alle mie domande. Potete trovarli ovviamente su Clubhouse, seguirli su Instagram e visitare i loro siti personali:

Se avete voglia potete trovare anche me su Clubhouse, Maria Isabella Safarik

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*** Le interviste sono state rilasciate per iscritto e gli interessati si assumono ogni responsabilità sui contenuti.

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