
Amatrice – Recupero dei beni culturali dopo il terremoto del 24-08-2016 nel centro Italia © Foto protezione civile
A meno di 10 giorni dal terremoto che ha colpito Lazio, Marche e Umbria, è in atto il piano di recupero del patrimonio culturale, accanto alle operazioni a sostegno della popolazione e della messa in sicurezza del territorio. Nicola Filotesio detto Cola dell’Amatrice, pittore, architetto e scultore (Amatrice, 1480/89 – Ascoli Piceno, 1547-1559), è la personalità del passato di maggior spicco nel paese da cui prende il nome d’arte. Il museo a lui intitolato, sconosciuto ai più, come lo stesso artista è lesionato, ma le colonne hanno retto e alcune pareti, mentre le macerie sono state rimosse con successo recuperando ogni opera, alcune completamente senza danni.
“La pala è stata estratta in buone condizioni, come quasi tutte le opere presenti all’interno. Purtroppo è finita sotto le macerie la pala raffigurante la crocifissione di Santa Caterina e San Francesco, che era da noi in deposito temporaneo. Adesso sarà necessario coprire con teli quello che resta esposto alle intemperie per evitare che la pioggia produca altri danni. Credo che con il restauro sarà possibile riavere la collezione al completo” ha dichiarato l’architetto Brunella Frattoddi curatrice del catalogo del Museo di Amatrice, del quale la direttrice Floriana Svizzeretto, è morta sepolta sotto le macerie la notte del terremoto, a detta di tutti una donna ed una persona stimabile, che faceva bene il suo lavoro.
La prima attività di Cola dell’Amatrice è sotto l’influenza dei veneti Crivelli e Lotto che riconosciamo negli affreschi con i Quattro evangelisti, il Redentore benedicente e la Sacra Famiglia con i ss. Giovannino, Mauro e Caterina d’Alessandria, nella sala del Capitolo vecchio del Sacro Speco di Subiaco (ante 1510-20). Dopo il 1513 e la visita alle Stanze di Raffaello in Vaticano accoglie la cultura raffaellesca e insieme di Michelangelo e Dürer. Nel 1519 risulta terminata la tavola con l’Istituzione della ss. Eucarestia, firmata “Cola Amatricianus faciebat”, proveniente dall’oratorio della Confraternita del Corpus Domini nel convento ascolano di S. Francesco, adesso nella Pinacoteca civica di Ascoli Piceno, in cui raccoglie anche lo stile di leonardo oltre che di Raffaello. Del 1519 è La Sacra Famiglia nella Pinacoteca Vaticana. Come rivela l’iscrizione, Cola è autore della facciata posteriore del palazzo del Capitano del Popolo ad Ascoli Piceno: “Cola Amatricianus pict. et archit.” e la data 1520, proprio oggi, 2 settembre, transennato per controlli tecnici dopo il sisma. Come architetto è anche autore del progetto della Facciata della Basilica di San Bernardino a L’Aquila, tra il 1527 e il 1542. L’abside ed il campanile della Basilica vennero gravemente danneggiati dal terremoto del 6 aprile 2009 ed è atata riaperta al pubblico a maggio 2015 dopo il restauro. Nel 1529 venne chiamato ad Amatrice, sua città natale, vittima del sacco degli spagnoli in conseguenza dei conflitti tra Aragonesi e Angioini ed incaricato di ricostruire la città. La tavola con la Madonna, il Bambino, s. Giovannino e s. Giuseppe nel palazzo del Comune di Amatrice, proveniente da S. Maria del Suffragio, firmata “Cola Phjlostesios”, datata 1527, è una copia con alcune varianti della Sacra Famiglia Spinola attribuita a Giulio Romano in collaborazione con G.F. Penni. Potete leggere la biografia, a cura di Roberto Cannatà, di Cola dell’Amatrice sul Dizionario Biografico Treccani, con una particolareggiata bibliografia.
“All’equilibrio ideale classicistico incarnato dal ‘peruginismo’ del primo quindicennio fa dunque riscontro, intorno al 1515-20, un ribaltamento polemico provocato da una ventata anticlassica..in direzione di un ideale disarmonico, caricato, eterodosso. […] questa sorta di ‘insorgenza’ anticlassica […]. Zeri […] ha aggiunto il nome di Cola dell’Amatrice […]. L’anticlassicismo del Pontormo si alimenta soprattutto di un’irrequietudine sperimentale che si traduce in un’inesauribile ricerca di nuove soluzioni linguistiche. A rigore, l’etichetta Sperimentalismo anticlassico con cui ho proposto di definire l’intero movimento si attaglia soprattutto a lui, e solo indirettamente o marginalmente ai suoi compagni di strada, toscani e non toscani. Per artisti come Grammorseo, Alonso Berruguete, lo stesso Romanino, la definizione di Espressionismo anticlassico sarebbe forse più appropriata, il che vale in qualche misura, per Lorenzo Lotto, o per certi dipinti giovanili di Rosso Fiorentino. Il quale ultimo, a sua volta, condivide anche, e in larga misura, quella propensione al caricato e al bizzarro che caratterizza l”ideale grottesco’ di Amico Aspertini e di certe opere di Cola dell’Amatrice“. (Antonio Pinelli, La bella Maniera. Artisti del Cinquecento tra regola e licenza, Einaudi, Torino 1993 e 2003, pp.55-56 e 59)

Dipinto della Sacra Famiglia, olio su tavola 1527, Cola Filotesio – Museo Civico Cola Filotesio (Amatrice). Foto amatriceturismo.it
In alcuni video di può apprezzare come molti quadri siano rimasti appesi alle pareti nonostante la forza distruttiva del sisma. Appendere bene i dipinti alle pareti è importante. L’attaccaglia fissata alla tela o alla tavola dece permettere un certo gioco col gancio al muro in modo che le naturali modificazioni del supporto dell’opera possano avvenire e, in caso estremo di terremoto, finché il muro resta in piedi, l’eventualità di caduta sia ridotta. Sono preferibili attaccaglie antiche su cornici, tele e tavole antiche. Contribuiscono a un’esposizione per così dire antisismica. Ovviamente le precauzioni prese intervengono a togliere margine alla fortuna, che deve essere minimo soprattutto per le persone e poi per le cose. Le persone ferite per la caduta di dipinti, state e lampadari nella realtà accadono di rado, le vediamo piuttosto nei film. Fissare un unico chiodo al muro è decisamente preferibile ad usarne due, quando rischiano di saltare più facilmente. Che siano snodate fa oscillare il quadro e lo spazio d’aria tra supporto e muro sono necessari anche per le irregolarità del legno. Spesso troviamo i dipinti esposti in casa misteriosamente storti, questo per una sollecitazione anche minima, per esempio quando li si spolvera o qualcuno li sfiora leggermente. I quadri vanno appesi dritti, ma che li si riesca a muovere di qualche centimetro a destra e sinistra senza farli cadere è un’accortezza di particolare malizia che non solo i tecnici dovrebbero conoscere.
Il video del recupero ad opere d’arte col merito dei Vigili del Fuoco ed esempio di come opera, muro e il modo di assicurare uno all’altro penso, addirittura, stabilizzi entrambi, infatti si vede una grossa crepa sulla destra, ma non sotto l’Assunta, quando, addirittura, c’è una campana precipitata a meno di un metro. Clicca sull’immagine per vedere il video.

Amatrice – Recupero dei beni culturali dopo il terremoto del 24-08-2016 nel centro Italia © Foto protezione civile
Buongiorno vorrei chiedere delle informazioni in merito ad una pala recuperata nella chiesa di San Giovanni Battista a Rigo di Montegallo altro comune gravemente colpito dal sisma del 24 agosto.La pala dell’altare della chiesa raffigura la madonna con in braccio Gesù e ai suoi lati ci sono San Giovanni Battista e san Sebastiano.Vorrei sapere dove viene custodito e se c’è la possibilità che una volta risistemare la chisea potrà tornare al suo posto,anche perché ogni volta che si parla delle opere d’arte recuperate questa pala dell’artista non viene mai menzionata.Grazie dell’attenzione e spero che possiate farmi avere notizie al più presto.
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Cara Alessia, l’interesse verso le persone cammina di pari passo a quello verso le opere d’arte. Non saprei dirti dove si trovi ora l’opera da te richiamata (servirebbe una foto per identificarla univocamente), ma sono certa che le sono state date le amorevoli cure riservate a tutto il patrimonio artistico insidiato dal terremoto a vari livelli. Penso che una telefonata al comune di Rigo di Montegallo, nel quale purtroppo sono molteplici le chiese ruinate, possa sciogliere la questione della temporanea custodia benché quella della ricostruzione resterà aperta ancora a lungo. Vi è anche un’associazione culturale di amici di Cola dell’Amatrice con sede in Via del Governo Vecchio a Roma che organizza da decenni convegni di studio e si occupa di pubblicazioni.
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