
Gian Lorenzo Bernini, Modello per la Fontana dei Quattro Fiumi, 1649-50 circa. Legno di cimoso e terracotta, 56×98,5 cm, Bologna, Accademia di Belle Arti. Sullo sfondo il Busto di Innocenzo X Pamphilij, 1650 circa. Foto Safarik Art Magazine
La Mostra Barocco a Roma (2015) a Palazzo Cipolla in Via del Corso ha un catalogo notevole di artisti: Annibale Carracci, Peter Paul Rubens, Gian Lorenzo Bernini, Guido Reni, Pietro da Cortona, Giovanni Lanfranco, Domenichino, Salvator Rosa, Alessandro Algardi e moltissimi altri grandi maestri dei Seicento della Roma pontificia.
Barocco a Roma. La meraviglia delle arti, catalogo della Mostra a Roma, a cura di Maria Grazia Bernardini e Marco Bussagli, Roma 2015, Fondazione Roma Museo, ed. Skira.
- Il Barocco è una perla dalla forma bizzarra.
- I Ritratti de Virtuosi Illustri del suo tempo (Annibale Carracci, Simon Vouet, Guercino, Gian Lorenzo Bernini, Galileo Galilei). Pannello espositivo nella Mostra Barocco a Roma riproduzione di immagini di Ottavio Leoni Romano detto il Paduanino, conservate alla Biblioteca martellina di Firenze. (fig.)
- Santa Margherita di Annibale Carracci, 1599 (fig.). La tela fortemente verticalizzata ha un fascino irresistibile. Nessuna fotografia le rende onore. La simbologia degli opposti tra cielo e terra, bene e male, terreno e divino viene mediata nella composizione: dal libro sacro nelle mani della Santa; dal lusso delle vesti, riccamente drappeggiate, splendidamente colorate e curate, corona con gemme preziose; sguardo vacuo di Santa Margherita; il basamento granitico “sursum corda”. La locuzione latina “In alto i cuori” fa parte del rito romani in latino della Messa, pronunciata dal sacerdote alla quale i fedeli rispondono “Sono rivolti al Signore”.
- Cristo morto tra la Maddalena e gli angeli, l’Orbetto (Alessandro Turchi, detto l’Orbetto), 1617. Olio su lavagna, cm. 45×53, Roma Galleria Borghese. Assolutamente da vedere! La foto non rende assolutamente lo spettacolare effetto laccato. Nascosto tra le molte celebri opere della Galleria Borghese, ammetto che non lo ricordavo affatto. Le sagome dei tre angeli sullo sfondo plumbeo perlato mostrano le loro coloratissime ali, uno porta una fiaccola di luce, un altro prega, l’altro rende onore al Cristo morto. Cristo è rappresentato nella posa e nel colore del modello di Reni. La Maddalena assurge a guida Gesù nel passaggio al cielo, al pari della Beatrice di Dante, ungendo le mani esanimi; le vesti verde speranza ed oro divino.
- Angelo custode di Domenichino, 1615 (fig.). Il dolcissimo bambino protetto dalla scudo del proprio angelo custode dalle mostruosità diaboliche del male. Il diavolo guarda il bimbo che guarda in verso l’angelo, il quale abbassa lo sguardo su di lui e, solo ora, vediamo che il bambino guarda la mano dell’angelo che indica il cielo.
- La scenografia effimera di Palazzo Cipolla. Ad un certo punto incontrerete consolle e altri arredi dei palazzi romani, proposti come al salone del mobile, ma comunque bellissimi. L’Arpa Barberini lascia senza fiato. (fig.). Bellissimi spazi espositivi con una scenografia provvisoria sovrapposta alla struttura architettonica interna del palazzo. Colonne sormontate da capitelli corinzi, nicchie come cappelle, tele sul soffitto a creare l’illusione dello sfondato. Nel Seicento e soprattutto nel Settecento si allestivano apparati effimeri in occasione di eventi liturgici importanti da applicare alle facciate delle chiese, come per esempio Santa Maria sopra Minerva, amplificando l’eccezionalità, l’esclusività e il lusso.
- Ritratto di Costanza Bonarelli di Gian Lorenzo Bernini, c. 1636-37, busto di marmo di Carrara, altezza 68 cm. Firenze, Museo Nazionale del Bargello. Bernini realizzò il busto della sua amante come immagine privata, “da camera” per casa sua. Costanza Piccolomini Bonarelli era sposata con Matteo Bonarelli, scultore allievo di Bernini. Un documento anonimo racconta che Luigi, fratello dello scultore, avesse una tresca con Costanza e che Gian Lorenzo, scoperto il fatto dopo averlo pedinato, lo avrebbe picchiato con una spranga. In seguito sembra che avesse mandato un servitore dall’amante, con l’ordine di sfregiarla. Il busto ritrae Costanza sensuale e sorpresa nella sua intimità, i capelli spettinati e la camicetta aperta sul seno.
- Modello ligneo per la Fontana dei Quattro Fiumi di Bernini a Piazza Navona c. 1649-50 (fig). Il modellino di legno evidenzia la struttura con i quattro spuntoni di roccia cava, con una sola statua di fiume delle quattro (forse il Nilo, visto la fisionomia negro, ma senza il velo che lo coprirà poi a simboleggiare la nostra ignoranza delle sue sorgenti), la palma e la vasca e il recinto circolare. Durante il pontificato di Innocenzo X Pamphilij fu, e lo è ancora, monumento simbolo del Barocco romano. Piazza Navona con la Fontana dei Quattro Fiumi, soprattutto ale sei di mattino quando si sentono soltanto i propri passi e lo scroscio dell’acqua, è lo scenario romano a me maggiormente caro.
- Chronos di Giovanni Battista Beinaschi, 1675-80, olio su tela cm. 12×173, Macerata, Musei Civici di Palazzo Buonaccorsi. Le 150 sfumature di grigio: nelle ali, vesti, barba, occhi, nella falce, nella clessidra. A guardare il dipinto dal basso a destra (mi sono seduta fortuitamente su una sedia dei custodi) spiccano i grigi, mentre stando in piedi a sinistra della tela si vedono i marroni, le terre e le pennellate di bianco che costruiscono i diversi toni di grigio.
- Bozzetto dell’affresco de Il Trionfo del Nome di Gesù di Giovan Battista Gaulli detto Baciccio per la Chiesa del Gesù, c.1676-79 (fig.)
Un’opera d’arte più di enorme qualità e dei “bozzetti” più belli che abbia mai visto.

Ritratti de Virtuosi Illustri del suo tempo (Annibale Carracci, Simon Vouet, Guercino, Gian Lorenzo Bernini, Galileo Galilei). Pannello espositivo nella Mostra Barocco a Roma riproduzione di immagini di Ottavio Leoni Romano detto il Paduanino, conservate alla Biblioteca martellina di Firenze. Foto Safarik Art Magazine
- Domenico Zampieri detto Domenichino, Angelo Custode, 1615, olio su tela, cm. 250×210. Napoli, Museo di Capodimonte.

Giovan Battista Gaulli detto Baciccio, Bozzetto dell’affresco de Il trionfo del nome di Gesù per la Chiesa del Gesù, c.1676-79. Olio su tela, cm. 179,5×120. Roma, Galleria Spada. Foto Safarik Art Magazine

Arpa Barberini, Roma, ante 1636, legno dorato, cm. 180×120, Roma, Museo Nazionale degli Strumenti Musicali; (da sin.) Annibale Carracci, Il sacrificio di Abramo, 1599-1600 circa, olio su rame, cm. 46×35, Parigi Louvre; Gaspar Doughet, Le cascate di Tivoli, 1600-1665 circa, olio su tela, cm. 100×75, Inghilterra collezione privata. Sala della Mostra Barocco a Roma. Foto Safarik Art Magazine