JAGO, Pietà, in marmo statuario. Roma, 2021, Chiesa degli Artisti a Piazza del Popolo. Foto SAM e PR
JAGO, Pietà, in marmo statuario. Un padre stringe a se il figlio perso prematuramente. I sentimenti maschili sono stati considerati socialmente, per troppo tempo, segno di debolezza. Ma i sentimenti non hanno genere nè classe sociale sono squisitamente umani. L’artista espone il proprio animo per tirar fuori l’animo dell’osservatore. L’arte ha grande potere. ♥️ ESPOSTA a Roma nella Chiesa degli Artisti, Santa Maria in Montesanto, Piazza del Popolo, fino al 22 febbraio 2022, ingresso libero.
JAGO, Pietà, in marmo statuario. Roma, 2021, Chiesa degli Artisti a Piazza del Popolo. Foto SAMJAGO, Pietà, in marmo statuario. Roma, 2021, Chiesa degli Artisti a Piazza del Popolo. Foto SAMJAGO, Pietà, in marmo statuario. Con Maria Isabella Safarik. Roma, 2021, Chiesa degli Artisti a Piazza del Popolo. Foto SAMJAGO, Pietà, in marmo statuario. Roma, 2021, Chiesa degli Artisti a Piazza del Popolo. Foto SAMJAGO, Pietà, in marmo statuario. Roma, 2021, Chiesa degli Artisti a Piazza del Popolo. Foto SAMCopertina Vanity Fair, maggio 2020. Articolo su JAGO
Iperrealismo a Roma. Carole A. Feuerman, “Fire & Harmony” e “Strength” , sculture, Roma, Terrazza del Pincio
POSTI INSTAGRAMMABILI. Tra le installazioni dell’estate 2021 a Roma “Fire & Harmony” e “Strength” sono le opere d’arte contemporanea più ‘instagrammabili’: sarai felice di ammirarle, fotografarle e postarle per la gioia dei tuoi follower di Instagram.
Cosa vuol dire instagrammabile? Ciò che merita di essere pubblicato e condiviso sul social. La caccia all’immagine da pubblicare segue alcune regole – da aggiungere a quelle della buona composizione, dell’interesse, dell’armonia, dell’originalità – che rendono una fotografia “speciale e interessante” sui social: la coerenza del feed, l’attualità, la compatibilità del formato, la presenza di filtri che la rendono godibile ai followers vecchi e nuovi, la definizione, i colori, la nitidezza, la luce ed un punto di vista che cattura anche l’osservatore più distratto, il coinvolgimento emotivo e la possibilità di una didascalia accattivante. Soprattutto: per conquistare i follower la personalità del creatore di contenuti è fondamentale. Quello che è artistico fuori dai social non per forza lo è sui social e viceversa. Un social fotografico è una forma d’arte ulteriore che si sovrappone al reale, sia al quotidiano che al “sogni sono desideri”. Ci sono opere d’arte fotogeniche ed altre meno, è sempre stato così, oggi questa distinzione si definisce anche “instagrammabilità”, quando un’opera finisce online. Niente paura per chi non ha una vita “social”, potete godervi queste ammalianti sculture dal vivo, nelle mie fotografie e in quelle degli appassionati. Per gli appassionati di instagram, arte contemporanea e fotografia, però, questa installazione è una chicca da non perdere.
L’installazione delle due scultureè inclusa nell’ambito del progetto espositivo “From La Biennale di Venezia & Open to Rome. International Perspectives”, e della mostra personale “Carole A. Feuerman” alla Galleria d’Arte Moderna da luglio fino al 10 ottobre 2021. Lo storico dell’arte John Spike ha definito la Feuerman “La regina del super-realismo”. La mostra é arricchita e completata appunto dalle due recenti sculture collocate nel suggestivo spazio della Terrazza del Pincio, Strength e Fire & Harmony, in bronzo e foglia d’oro, visibili fino al 21 settembre 2021, e appositamente scelte dall’artista per tentate un confronto tra il sinuoso movimento dei ballerini e la rarefazione del panorama capitolino. Carole A. Feuerman nata nel 1945, è una scultrice e autrice americana che lavora nell’iperrealismo, vive tra New York la Florida ed ha studiato a Manhattan e a Jersey City. È tra i tre artisti fondatori ufficiali del Movimento Iperrealista alla fincon cui ha officialmente fondato il movimento alla fine degli anni 1970. La troviamo impegnata nell’insegnamento e divulgazione Ha insegnato al Metropolitan Museum of Art, al Solomon Guggenheim Museum, alla Columbia University e Grounds for Sculpture. Nel 2011 ha fondato la “Carole A. Feuerman Sculpture Foundation”. Le sue opere le troviamo al Metropolitan Museum of Art, The State Hermitage, The Fort Lauderdale Museum of Art, The Bass Museum, The Boca Ratum Museum e nella Forbes Magazine Art Collection e nelle collezioni private di Hillary Rodham Clinton, della Frederic R. Weisman Art Foundation, del Dr. Henry Kissinger, della Michael Gorbaciov Art Foundation, della Malcolm Forbes Magazine Collection e dello State Hermitage in Russia. Ha inoltre ricevuto numerosi presmi e riconoscimenti internazionali.
Instagram è anche un verbo. Non che “to instagram” o, in italiano “instagrammare”, non fosse già ampiamente utilizzato. Specialmente da certe fasce di utenza. Tuttavia senza la certificazione di un qualche importante dizionario si rimane sempre nel dubbio. A quanto pare Merriam-Webster, la casa editrice che pubblica dizionari fin dagli anni ’30 dell’Ottocento e controllata dal 1964 dall’Encyclopaedia Britannica, ha completato la trasformazione e inserito il nome dell’applicazione fondata da Kevin Systrom sotto forma di verbo fra i suoi lemmi. (Repubblica, settembre 2018)
TI CONSIGLIO: LIBRO: Iperrealisti, a cura di Gianni Mercurio, Wolfgang Becker, Louis K. Meisel, Catalogo della Mostra a Roma al Chiostro del Bramante, Roma 2003, Viviani Arte. MUSEO: MEAM, Museo Europeo d’Arte Moderna a Barcellona.
Carole A. Feuerman, “Fire & Harmony”, Roma, Terrazza del Pincio, particolare della sculturaCarole A. Feuerman, “Fire & Harmony”, Roma, Terrazza del Pincio, sculturaCarole A. Feuerman, “Fire & Harmony”, Roma, Terrazza del Pincio, sculturaCarole A. Feuerman, Strength, Roma, Terrazza del Pincio, sculturaCarole A. Feuerman, Strength e Fire & Harmony, Roma, Terrazza del Pincio, sculture iperrealiste
Lo SQUARCIO, Installazione dell’artista JR, Palazzo Farnese, Roma 2021. Foto SAM
L’installazione illusionistica su Palazzo Farnese “Lo squarcio” a Roma dello street artist francese JR (Parigi, 1983), come “La ferita” di Palazzo Strozzi a Firenze – sull’accessibilità ai luoghi della cultura nell’epoca del Covid-19 -, in modo da mostrarne l’interno cinquecentesco in bianco e nero, usando la tecnica del collage fotografico. JR ha una carriera di grande successo per la sua giovane età, soprattutto per il risalto conquistato nell’arte contemporanea in contesto urbano, come la sede dell’Ambasciata di Francia, addirittura sovrapposto ai siti riconosciuti nel patrimonio curturale dell’umanità (jr-art.net). Vanity Fair gli ha dedicato la copertina del 6 maggio 2020 (immagine in fondo all’articolo). L’architettura fittizia da sovrapporre alle chiese era molto usata nel Settecento in coccasione di feste, beatificazioni e canonizzazioni, inserendo elementi illusionistici teatrali e decorativi per sottolineare la solennità della cerimonia. Qui l’arte celebra se stessa, aprendosi di fronte allo spettatore, ovvero fingendone l’accessibilità, la quale fisicamente ci è stata impedina nel periodo delle restrizioni della Pandemia Mondiale. Con le riaperture si può ora approfittare di andare a vedere dal vivo i nostri beni culturali nelle città e in tutta Italia.
Installazione dell’artista JR, Palazzo Farnese, Roma 2021. Foto SAM
Io: “Roma è bella perché sei circondato da cose che non puoi avere.” Sempre io: “Roma è bella perché ti convince che puoi avere quello che vuoi.” Ancora io: “Veramente Roma non ti convince affatto, ti appassiona.” (cit. MIS)
Installazione dell’artista JR, Palazzo Farnese, Roma 2021. Foto Sam
“A lavoro nel suo laboratorio di Parigi, con il parquet a listelli e le vetrate ampie e ariose, JR sottolinea l’importanza di rimanere positivi in un momento così delicato della nostra storia: «Dobbiamo reinventarci, dobbiamo pensare subito a come possiamo cambiare il nostro modo di camminare, di elaborare, di connetterci.Per questo spero che la copertina sia d’ispirazione. In un’epoca come quella moderna in cui siamo iperconnessi è interessante riscoprirlo, almeno per questo periodo di tempo» spiega con gli occhiali a goccia e il cappello nero sulla testa. L’idea di coinvolgerlo nel progetto arriva dal direttore di Vanity Fair ItaliaSimone Marchetti, che contatta JR chiedendogli di mettere a disposizione il suo estro creativo per il nostro giornale. L’artista ci rimugina su e, alle 2 e 30 del mattino, invia un Whatsapp al direttore dicendogli di aver trovato l’idea giusta e di non vedere l’ora di lavorarci su. JR, dopotutto, è sempre stato un uomo ansioso di reinventarsi, di ricominciare da capo e trovare una sua dimensione. Classe 1983, Jean René inizia la sua carriera come artista di graffiti con la speranza di cambiare il mondo e di lasciare un segno nello spazio pubblico e nella società.” (Vanity Fair, “Quello che è non è quello che sembra”, 6 maggio 2020)
Copertina Vanity Fair dedicata all’artista JR, 6 maggio 2020
Joseph Klibansky, Elements of Life, resina e oro. Foto Safarik Art Magazine (AM Ph.)
Joseph Klibansky, giovane talento originario del Sudafrica domiciliato nei Paesi Passi, inserito dalla rivista Quote nella Top 100 dei giovani milionari del 2016: una sua opera è quotata tra i 20 e i 50 mila dollari. Eccitante, colorato, divertente, luminoso.
Opere cristalline e immediatamente comunicative, lontano dalla banalità che rischiano soggetti come teschi e farfalle. Meravigliosamente inspiegabile e meravigliosamente bello. Un giovane talmente bello nell’esporre il suo lato artistico che lo si direbbe dannato. Continua a leggere →
Il gatto che sorride nell’abbraccio: il particolare che colpisce al cuore. La mostra nel suo insieme.. una schifezza. La concentrazione su un dettaglio, soprattutto quando si parla di arte ottocentesca e “impressionisti” è la scappatoia all’organicità completamente assente. Continua a leggere →
Balthus, di origine polacca, naturalizzato francese ed direttore dell’Accademia di Franzia a Roma negli anni Sessanta, vive le ferite della guerra e le luci della pace, unico artista a vedere, ancora vivente, alcune proprie opere al Louvre, grazie ad una donazione di Picasso. Continua a leggere →
Gian Lorenzo Bernini, Modello per la Fontana dei Quattro Fiumi, 1649-50 circa. Legno di cimoso e terracotta, 56×98,5 cm, Bologna, Accademia di Belle Arti. Sullo sfondo il Busto di Innocenzo X Pamphilij, 1650 circa. Foto Safarik Art Magazine
La Mostra Barocco a Roma (2015) a Palazzo Cipolla in Via del Corso ha un catalogo notevole di artisti: Annibale Carracci, Peter Paul Rubens, Gian Lorenzo Bernini, Guido Reni, Pietro da Cortona, Giovanni Lanfranco, Domenichino, Salvator Rosa, Alessandro Algardi e moltissimi altri grandi maestri dei Seicento della Roma pontificia. Continua a leggere →
Un paio di novità fresche, Rachele Palladino. Foto Safarik Art Magazine
Rachele non fa paura, mette a proprio agio chi la incontra…sconvolgendolo. Nel contempo porta avanti la sua filosofia di vita, di dolcezza e arte: leggerezza! Tutt’altro che superficiale, ho definito la sua dote “ottimismo immotivato”Continua a leggere →
Van Gogh Alive. Mostra a Firenze. Foto Safarik Art Magazine
Le grandi cose sono la somma di piccole cose.
Great things are done by a series of small things brought together.
L’inizio è probabilmente più difficile di qualunque altra cosa, abbi fiducia andrà bene. The beginning is perhaps more difficult than anything else, but keep heart, it will turn out all right. Continua a leggere →
“Paesaggio urbano dorato” di Alessandra Mussolini. Foto Safarik Art Magazine
Alessandra Mussolini, smessi i panni graffianti delle tribune politiche espone con schiettezza i dipinti frutto della sua esplorazione artistica tra tele, spatole ecolori. Il suo debutto prende il nome di “Graffi”, ma, a pare mio, è un titolo retaggio del suo personaggio pubblico. A Porta Mazzini (vernissage il 5 febbraio 2015) tira un’aria tiepidamente scaldata di colori.
Il graffio è un segno sottile che deturpa un oggetto o ferisce la pelle: le tele non sono ferite dalla spatola. L’impasto materico, spesso e ritmato dei colori acrilici s’impone come segno deciso e al contempo aggraziato. La pittrice tace, parlano profili di palazzi, alberi, cieli e dicono quel che lei stessa non può controllare. Personalmente ho apprezzato la persona che si mette in gioco con dolcezza e umiltà davanti ad un pubblico diviso tra curiosi, amici e delatori con la sua interiorità dipinta. […]
Flavio Leoni, La Regina di Bastoni – Madonna del Cammino, Legno di noce, h 220 cm, anno 1995, // L’Imperatrice, legno di jelutong, h 180 cm, Orvieto, ex Chiesa San Giacomo Maggiore
Il giorno di Natale, la Santa Messa richiama i fedeli nel Duomo di Orvieto. Il coro intona l’Osanna, mentre le panche si riempiono. L’odore d’incenso si diffonde, le luci della navata si accendono. Il sacerdote prende le ostie dal tabernacolo nella Cappella laterale. I visitatori rispettosamente lasciano l’altare maggiore.
Usciti dalla facciata del Duomo di Orvieto, prima di scendere la gradinata, sulla piazza a sinistra, una “grotta” illuminata crea mistica curiosità. La sala espositiva, pervasa di odori di legno pregiati, è colma di figure non-presepiali.
Flavio Leoni, artista che incontro per la prima volta, è un architetto con la passione e la tecnica del lavorare la pietra e il legno. Mi spiega che la pietra è un materiale effettivamente complesso da scolpire e trasportare. Quindi ha privilegiato il legno per le proprie sculture. […]
1 – Le finestre aperte nei Palazzi Capitolini, detto da chi adora l’aria condizionata, e affacciarsi restando ad occhi spalancati su Roma.
2- Tiepolo, come il vino di Champagne, è raffinato e frizzante. Una delicatezza.
3- Il primo astronauta donna italiana nello spazio, Samanta Cristoforetti, partita il 23 novembre 2014, prova con onore che, gli italiani ormai poco Santi e Lavoratori, sono ancora un popolo di Naviganti, come ai tempi della Repubblica di Venezia la Serenissima
Escher trova noioso che il mondo costruito dall’uomo sia prevalentemente rettangolare. Le nostre stanze sono irritanti con tutti quegli angoli rettangoli, perché purtroppo il nostro tiranno è la forza di gravità: ovunque tranne che nel suo universo grafico.
Il visitatore all’ingresso della Mostra può smettere di preoccuparsi del ‘non sapere cosa aspettarsi’ e aprirsi alla semplice meraviglia.
E’ una scala o è una scala allegorica?
Una semplice domanda è sempre possibile e legittima di fronte all’arte: mi piace?
Escher scrive sui poliedri regolari: “Essi simbolizzano il desiderio di armonia e di ordine dell’uomo, ma nello stesso tempo la loro perfezione desta in noi il senso della nostra impotenza”, perché essi esistevano sulla terra prima della comparsa dell’uomo.
L’olandese conosce molto bene la natura, la scienza e la geometria per manipolarlecon tanto garbo, sorprenderci e sorprendersi.
“Quasi tutto quello che costruiamo e formiamo – case, stanze, armadi, tavoli, sedie, letti, libri – sono essenzialmente delle scatole rettangolari. Sono terribilmente noiose e irritanti quelle pareti delle nostre stanze, sempre con gli stessi vecchi angoli di 90°. La nostra unica consolazione è che non possiamo farne a meno. Non è colpa nostra; ci piaccia o meno dobbiamo obbedire alla forza di gravità, il nostro tiranno.”
L’effetto voluto da Escher è di far crollare il suo pubblico seduto su un gradino colto da atroci dubbi. Gioca a fare David Copperfield, il mago che fece sparire la Statua della Libertà.
Gli artisti visionari propongono il nuovo e il bello alla continua ricerca della meraviglia.
10 MOTIVI PER VEDERE LA MOSTRA I BASSIFONDI DEL BAROCCO
Puoi stare tra mendicanti e zingari senza il rischio di essere borseggiato.
l ragazzo nudo col gatto mette d’accordo i gusti di ogni orientamento sessuale.
L’Accademia di Francia è l’unico posto dove mettere le ballerine è chic.
La scalinata di Piazza di Spagna e lo scalone dei cavalli a Villa Medici sostituiscono molte lezioni di walkexercise in palestra.
La caccia al tesoro organizzata da quei burloni dei curatori, che hanno nascosto titoli e autori dei quadri esposti su piccoli pannelli negli angoli delle sale.
Il profumo d’incenso che senti quando esci dall’ascensore della metro a Trinità del Monti.
Scoprire l’esistenza del paesaggismo italianizzante.
Sentirsi in un caffè letterario di Parigi: non capisci cosa dicono, ma suona bene.
Quando esci puoi sederti sotto un albero a villa Borghese e sentirti un novello Goethe.
Invidiarmi perché ero al vernissage, ho mangiato uva e bevuto vino come un bambocciante.
Bassofondo: Definizione e significato di Bassofondo – Dizionario italiano – Corriere.it.
ESTRATTO
“Quel che aborriscon vivo, aman dipinto”. (Salvator Rosa)
Lo spettatore, oggi come allora, si rassicura nel momento in cui è chiamato fuori da una realtà turbativa, guardandola senza coinvolgimenti rischiosi.
Uscire a Roma riserva sempre delle sorprese. I bassifondi edulcorati piacciono, sono un bisogno del cittadino che reclama per sé diritti esclusivi. La Roma seicentesca ha le stesse urgenze della Roma del ventunesimo secolo.
“Invaghitisi [molti] della sua maniera [di Caravaggio] l’abbracciavano volentieri, poiché senz’altro studio e fatica si facilitavano la via al copiare il naturale, seguitando li corpi vulgari e senza bellezza” (Bellori).
Il nudo attira sempre lo sguardo del malizioso e del pudico.
I devoti viaggiatori che arrivano a frotte nella Roma del 1600, dovevano restare senza fiato. A bocca aperta sono tutti i personaggi dei quadri e delle sculture barocche.
“Ma le regole del gioco sembrano in qualche modo sovvertite: si fa ricorso agli stereotipi e allo stesso tempo li si altera”.
Diverse sessioni musicali si svolgono asincrone nelle sale di Villa Medici.
La commistione tra reperto antico e i vivi è scritta nel destino di Roma millenaria. Un fiato a volte più pesante, a volte più leggero.
I cosiddetti Bamboccianti, capeggiati idealmente da Pieter Van Laer, “si sono appropriati della committenza della clientela facoltosa, ostacolando gli interessi economici dei pittori affermati” (Eduard A. Safarik – vai al sito)
Il paesaggio è pieno di rifiuti antichi, agli occhi del turista pieno di vestigia antiche tra rifiuti moderni.
Il passato e il futuro attraggono poco il Barocco.
Bartolomeo Manfredi, Nicolas Régnier, Simon Vouet, Valentin de Boulogne, Pieter van Laer, Pietro Paolini, Cornelis van Poelenburgh.