La velocità delle immagini in esposizione all’Istituto Svizzero di Roma

Giacomo Balla, Paesaggio - sensazione di cocomero, 1918, Roma, Istituto Svizzero. Foto SAM

Giacomo Balla, Paesaggio – sensazione di cocomero, 1918, Roma, Istituto Svizzero. Foto SAM

Roma è fatta di salite a cui l’urbanistica risponde con scale. L’arte è fatta di luci a cui l’artista risponde a modo suo.

All’Istituto Svizzero in Via Ludovisi 48 (Via Veneto, Roma) si inaugura il 26 ottobre 2016 l’Esposizione collettiva d’arte contemporanea “La velocità delle immagini”, una riflessione tra velocità, modernità ed arte.

Istituto Svizzero Presents the group show “The speed of images“, a reflection on the relationship between speed, modernity and art.

In esposizione “Paesaggio – sensazione di cocomero” del 1918 di Giacomo Balla (1871-1958), opera dinamica espressione del Futurismo. Il movimento, raffigurato nel suo insieme diacronico con linee e colori, valica il richiamo naturalistico del cocomero nel suo profumo e gusto insisto nel titolo. Il paesaggio si produce nella memoria dello spettatore che esplora la sensazione di una sua giornata d’estate, rivissuta nel rapido movimento degli occhi a caccia di immagini sfuggevoli. Uno dei massimi rappresentanti dell’avanguardia, posto accanto ad opere di artisti vivi e giovani, diventa un vate della tradizione: paradosso affascinante, il quale purtroppo non rende giustizia a nessuno. Lo sforzo espositivo, caratteristico di fondazioni accademiche ospitanti artisti stranieri in Italia, produce un risultato imperfetto, apprezzabile nelle intenzioni, ma poco convincente. Il dipinto di Balla è di proprietà dello stesso Istituto Svizzero.

Alcuni artisti sulle cui opere mi sono soffermata sono Sylvain Croci-Torti, ragazzo classe 1985, come mi ha svelato, con grande intuizione critica, Maria Giovanna, la quale si occupa anche delle visite guidate. La parete gialla e bianca è una scelta coraggiosa, per l’artista e per chi ha scelto di esporla, in una sala con colonne di marmo e pianoforte a coda, decisamente concettualmente scarna rispetto ad esempi di questa combinazione di contemporaneità e palazzi storici quali Joseph Klibansky (Mostra “Beautiful Tomorrow” a Palazzo Cavalli-Franchetti a Venezia, aprile 2016). I titoli delle due opere affiancate, rispettivamente la gialla e la bianca, sono “The death of Coyote Woman” e “The marriage of Coyote Woman” (2016).

Nicolas Fernandez propone “Three philosophes” (2013), sostanzialmente una bella prova d’artista, che a mio parere richiama un certo gusto del ventennio fascista, una sorta di “dio è morto” nicciano rivisitato in chiave edonistica e colori dal peso interessante.

Luisa Gagliardi espone due interpretazioni del nudo “Untitled 1” e “Untitled 2” (2016, concessione Tomorrow Gallery New York): un nudo colorato graffiante e problematico e un nudo oscuro dove una mano perversa insidia una schiena. Indipendentemente dalla buona qualità tecnica che può sicuramente piacere, sono inquietanti per i miei gusti.

Una installazione separata dal nucleo centrale di Villa Maraini sistema in un cortile moderno due oggetti di Valentin Carron, una grata e un vaso. Se mia foto vi lascia perplessi provate ad immaginare la mia faccia! Ma perché?!?!?

Per ultimo cito la prima installazione che incontrate nel giardino. Scopro che si tratta di opera d’arte intenzionale solo in seguito: ho pensato come molti che parte del palazzo fosse affittato ad un albergo o ristorante. Idea legittima viste le insegne al neon su Via Veneto ed una proprio sotto la villa che vedete in fotografia. Il neon è violento da trauma cranico. Non si offenda Sylvie Fleury, non citata nel pieghevole cartaceo fornito in mostra, ma a mia opinione sul suo “Miracle” (2016) è “Boh..”.

Usare la parola velocità per la mostra forse è stata la scelta più sbagliata. Sicuramente non è la sensazione che ne ho ricevuto.

Vale comunque la pena di visitare Villa Maraini e l’Istituto Svizzero, passeggiare per Via Veneto, poi riflettere sulle impressioni del giorno e di notte.

Mostra

Mostra “la Velocità delle immagini”, Istituto Svizzero, Roma. Foto SAM

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Sala espositiva. Mostra “la Velocità delle immagini”, Istituto Svizzero, Roma. Foto SAM

Sylvain Croci-Torti, “The death of Coyote Woman” e “The marriage of Coyote Woman” (2016). Istituto Svizzero, Mostra

Sylvain Croci-Torti, “The death of Coyote Woman” e “The marriage of Coyote Woman” (2016). Istituto Svizzero, Mostra “la Velocità delle immagini”, Roma. Foto SAM

Luisa Gagliardi, “Untitled 2” (2016, concessione Tomorrow Gallery New York). Istituto Svizzero, Mostra

Luisa Gagliardi, “Untitled 2” (2016, concessione Tomorrow Gallery New York). Istituto Svizzero, Mostra “la Velocità delle immagini”, Roma. Foto SAM

Luisa Gagliardi, “Untitled 1” (2016, concessione Tomorrow Gallery New York). Istituto Svizzero, Mostra

Luisa Gagliardi, “Untitled 1” (2016, concessione Tomorrow Gallery New York). Istituto Svizzero, Mostra “la Velocità delle immagini”, Roma. Foto SAM

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Nicolas Fernandez, Three philosophes (2013). Istituto Svizzero, Mostra “la Velocità delle immagini”, Roma. Foto SAM

Chloé Delarue, Mirage Stunt Rise II, 2016. Istituto Svizzero, Mostra

Chloé Delarue, Mirage Stunt Rise II, 2016. Istituto Svizzero, Mostra “la Velocità delle immagini”, Roma. Foto SAM

Sylvie Fleury, Miracle (2016). Istituto Svizzero, Mostra

Sylvie Fleury, Miracle (2016). Istituto Svizzero, Mostra “la Velocità delle immagini”, Roma. Foto SAM

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Insegna luminosa “Ristorante La Scala” in Via Veneto confronto con Miracle all’Istituto Svizzero, Mostra “la Velocità delle immagini”, Roma. Foto SAM

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Istituto Svizzero, Mostra “la Velocità delle immagini”, Roma. Foto SAM

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Installazione di Valentin Carron, Griglia e Vaso, Mostra “la Velocità delle immagini”, Istituto Svizzero, Roma. Foto SAM

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Istituto Svizzero, Mostra “la Velocità delle immagini”, Roma. Foto SAM

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Istituto Svizzero, Mostra “la Velocità delle immagini”, Roma. Foto SAM

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Istituto Svizzero, Mostra “la Velocità delle immagini”, Roma. Foto SAM

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